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PROGETTO “ADOTTA UN ULIVO”

Breve storia dell'olivicultura nella valle di Ginestro

I primi insediamenti documentati nella valle di Ginestro risalgono al 1500. Si racconta che uno Zerbone, allora in Genova, rifiutò lo “ius prime noctis” e fu esiliato nella valle del Lerrone, valle da cui diparte quella di Ginestro.Il nostro vecchio frantoio ad acqua, ancora oggi superstite, testimonia dalle metodologie costruttive la sua attività dal 1600/1700.

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Fasi del ripristino: Uliveto incolto

Il territorio è pressoché tutto terrazzato e si desume facilmente la sua antica destinazione olivicola.

Nei primi decenni del 1900 la popolazione di Ginestro si attestava intorno alle 300 anime e gli alberi[*] di olivo coltivati erano circa 20 mila. Tutta la produzione veniva acquistata da un “cattaù” (mediatore-compratore) per conto di una importante azienda della costa che proponeva l'olio di Ginestro come olio medicinale. Le olive ogni sera venivano trasportate a dorso di mulo in fondo valle dove carri trainati da buoi portavano i frutti nottetempo verso Albenga per la macinazione.

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Fasi del ripristino: recupero in corso


Parlando di olio il nome di Ginestro significava prestigio. La particolare esposizione della valle, chiusa ai venti marini, è la peculiarità per ottenere un prodotto di pregio.

Ancora oggi si incontrano vecchi frantoiani che memori esprimono apprezzamento per l'olio della valle di Ginestro.

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Fasi del ripristino: dopo un anno

Ciò è stato di sprone per la nostra opera di recupero.

Tornando alla storia c'è poi stata la Seconda guerra mondiale che ha falcidiato la valle con un pesante rastrellamento che si è concluso con il tragico eccidio del Passo del Ginestro. Ciò ha contribuito, insieme al successivo boom economico degli anni '60, a spopolare la valle. Oggi la popolazione residente conta 25 persone, per lo più anziani, e gli ulivi coltivati, quasi tutti per hobby, non sono più di 2500

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Fasi del ripristino: dopo tre anni

È in questo contesto che da alcuni anni abbiamo iniziato il ripristino delle coltivazioni.

Gli uliveti rimasti sono sparsi ormai a macchia nel bosco di castagni e roveri; sono difficilmente raggiungibili e costituiscono spesso un sicuro rifugio per i cinghiali.

L'opera di recupero è assai difficile, dispendiosa e faticosa anche se per contro la soddisfazione di veder rinascere un uliveto secolare agli antichi splendori è enorme.

Abbiamo a tutt'oggi recuperato dai rovi circa 500 alberi; lo sforzo è stato notevole, altrettanti sono in attesa.

Parte di qui il nostro progetto ADOTTA UN ULIVO; l'intento è quello di poter continuare la nostra opera.

Il costo d'adozione di un albero è oggi fissato in € 90 (spese necessarie per il recupero). La durata dell'adozione è di 10 anni.
Alla ripresa produttiva (circa 3 anni) il quantitativo di olio prodotto sarà riservato all'adottante al 30% in meno del normale prezzo di vendita; ciò permetterà un ampio recupero del costo di adozione.

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Ripristino avvenuto: raccolta olive

Il tutto sarà documentato; le fotografie evidenzieranno il prima, il durante e il dopo; ogni albero verrà identificato; quanto sopraccitato potrà essere verificato con visite in azienda.

Le coltivazioni verranno condotte con un alto standard qualitativo che contraddistingue la nostra azienda.

La partecipazione alla gioia di veder rinascere un uliveto abbandonato da decenni sarà senza dubbio il più bel premio.

[*] CURIOSITA' LINGUISTICO-CULTURALE
Nella nostra zona, in particolare nel nostro dialetto c'è una peculiarità molto indicativa: ogni albero o arbusto è detto con il nome della specie, ma preceduto dalla parola pianta di ...
Al contrario solo l'ulivo è chiamato “albero”, in quanto fin dai tempi remoti è sempre stato considerato ben più importante delle altre “piante”, dette appunto solo piante.